David Bowie Space Oddity: il dramma del Maggiore Tom

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David Bowie Space Oddity, 1969
David Bowie Space Oddity

David Bowie è tornato, è notizia fresca. A marzo uscirà il nuovo album The next day, mentre il video del primo singolo Where are we now? è già in circolazione. La notizia è di un certo rilievo se pensiamo che Bowie non pubblicava un disco di inediti da una decina d’anni; inoltre stiamo parlando di un grande personaggio della storia del rock, uno che ha scritto dei pezzi ormai diventati dei classici. Proprio su uno di questi, Space oddity, mi voglio soffermare oggi.

Il brano, che potremo tradurre come “Bizzarria (o stranezza) spaziale”, è del 1968, lo stesso anno del famoso viaggio dell’Apollo 11 sulla Luna, cosa che ha fatto credere a molti critici e giornalisti che l’ambientazione spaziale della canzone fosse derivata proprio da quell’avvenimento. Tuttavia non fu così:

In Inghilterra hanno sempre pensato che avessi scritto il pezzo ispirandomi all’atterraggio spaziale, proprio perché l’argomento era particolarmente di attualità in quel periodo. Ma in realtà non era vero. Scrissi il pezzo dopo aver visto “2001 Odissea nello spazio”, un film che trovai meraviglioso. Fui davvero colpito quando lo vidi, fu proprio una rivelazione per me. Da lì la canzone fluì.

Protagonista del brano è il Maggiore Tom, astronauta fittizio in partenza per il suo viaggio spaziale. La canzone inizia proprio con un dialogo fra il Maggiore e il Centro di Controllo.

Centro di Controllo a Maggiore Tom,
Prendi le tue pillole di proteine e mettiti il casco.

Centro di Controllo a Maggiore Tom
comincia il conto alla rovescia,
accendere i motori,
controllare l’accensione
e che Dio ti assista.

Come sottofondo a questo dialogo sentiamo un conto alla rovescia (0:42) che, giunto a zero, da il via libera per la partenza (1:04). Dopo una serie di suoni e rumori dissonanti la canzone esplode, a comunicare il senso della partenza andata a buon fine e di un’avventura che inizia: adesso è l’intera band a sostenere ritmicamente Bowie, il volo è perfettamente riuscito:

Qui è il Centro di Controllo
a Maggiore Tom,
Ce l’hai proprio fatta!
I giornali adesso vogliono sapere per che squadra tifi!

Poco dopo Tom esce dalla capsula e inizia a galleggiare nello spazio:

Sto uscendo dalla porta
E sto fluttuando nello spazio
in un modo davvero singolare
E le stelle hanno un aspetto molto diverso oggi.

Perché qui
Sono seduto su un barattolo di latta [la sua astronave],
Lontano, sopra il mondo,
Il pianeta Terra è blu (triste)
E non c’è niente che io possa fare

Il Maggiore Tom guarda la Terra e le stelle da una diversa prospettiva, e l’immensa distanza lo fa sentire impotente: non c’è niente che Tom possa fare per il mondo. Poco dopo si consuma la tragedia (3:20):

Centro di Controllo a Maggiore Tom
Il tuo circuito è andato,
c’è qualcosa che non va
Puoi sentirci, Maggiore Tom?
Puoi sentirci, Maggiore Tom?

La Terra perde i contatti con il Maggiore, il circuito va in avaria. Tom è condannato a vagare nello spazio totalmente solo con la sua profonda sensazione di impotenza:

Sono qui che galleggio
attorno al mio barattolo di latta.
Lontano, sopra il mondo,
Il pianeta Terra è blu (triste)
E non c’è niente che io possa fare.

La canzone, suggestionata dalle immagini del celebre film di Kubrick, sembra affrontare un dramma profondamente umano: il rapporto fra l’uomo e il mondo, fra l’io e la realtà, un rapporto che parve irrealizzabile a Jean Paul Sartre:

“Le mie mani, cosa sono le mie mani? La distanza incommensurabile che mi divide dal mondo degli oggetti e mi separa da essi per sempre”.

Il mondo al Maggiore Tom appare grande, immenso, forse un po’ triste (se intendiamo la parola blue nella sua doppia valenza), ma in fondo indifferente; un mondo nei confronti del quale non solo si sente ben poca cosa, ma su cui crede sia impossibile incidere: “Non c’è niente che il Maggiore Tom possa fare per il mondo…”

David Bowie Space Oddity, video

http://www.youtube.com/watch?v=cYMCLz5PQVw

© Riproduzione Riservata

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lorenzo puliti

12 comments

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  • Mah secondo me una canzone non deve essere giudicata solo per la musica, a meno che non sia strumentale.
    Una canzone è testo e musica, anzi poesia e musica, e questa è una perla sia dal punto di vista musicale, tecnico e di significato

  • Bowie era, ed è, un genio della musica anche per le sue parole. I suoi testi mai scontati, quindi questa nalisi ci sta eccome, e se andate su youtube a cercare VH1 avrete altre risposte. Bello pensare che adesso sia a guardarci da un altra prospettiva.

  • Sarà mica che l’astronauta è preso da narcosi da azoto o robe del genere e se ne frega del ground control godendosela nello spazio? Secondo me la canzone è stupenda anche senza andare a capire il messaggio del testo. Aggiungo: secondo me ogni canzone va giudicata solo per la musica, un libro invece va giudicato per le parole. Se invece la musica è carente allora ci si inventano i messaggi filosofici delle parole.

  • Boh, wikipedia la mette così, io sarei abbastanza d’accordo:
    “Major Tom is a fictional astronaut created by David Bowie, heard in his songs “Space Oddity”, “Ashes to Ashes”, and “Hallo Spaceboy” (particularly in the remix by the Pet Shop Boys). Bowie’s own interpretation of the character evolved throughout his career. 1969’s “Space Oddity” depicts an astronaut who casually slips the bonds of the world to journey beyond the stars. In the 1980 song “Ashes to Ashes,” Bowie reinterprets Major Tom as an oblique autobiographical symbol for himself. Major Tom is described as a “junkie, strung out in heavens high, hitting an all-time low”. “

    • Non so se Bowie consideri il maggiore Tom alla stregua di un tossicomane (“junkie, strung out in heavens high, hitting an all-time low”), così lo considera sicuramente il Centro di Controllo che ignora il suo tentativo di riprendere i contatti. Comunque si tratta di un testo che si presta a letture stratificate, cosa che penso sia uno dei motivi del suo fascino…

  • Quelle sono le parole con cui il Maggiore Tom viene apostrofato dal Centro di Controllo mentre cerca di riprendere contatti con la Terra nella canzone Ashes to Ashes. Non so se è giusto prenderla come interpretazione “autentica” di Bowie… almeno che lui non si sia pronunciato così in merito alla canzone, a me non risulta, a te sì?

  • Oppure, l’interpretazione “autentica” dello stesso Bowie:

    “We know Major Tom’s a junkie
    Strung out in heaven’s high
    Hitting an all-time low”

  • Si ma, la musica dov’è?
    La parafrasi del testo va bene al liceo per Dante e Leopardi, questa qui sarebbe una canzone…

    • è vero, è una lettura incentrata in particolare sul testo (che cmq è sempre una parte fondamentale della canzone). L’idea iniziale era quella di descrivere un po’ più approfonditamente anche la musica e rapportarla con la storia narrata, ma mi sa che mi sono fatto prendere la mano dal testo…
      In ogni caso non sono d’accordo sul fatto che le parafrasi vadano bene al Liceo per Dante o Leopardi. Anche il testo delle canzoni ha un significato e spesso richiede un’interpretazione. Ad esempio: c’è chi di questa canzone ha dato un’interpretazione del tutto opposta: e cioè che Tom si stia avviando verso la morte felice di andare in Paradiso e in pace con se stesso.
      Ancora c’è chi l’ha visto come un suicidio del protagonista. Insomma i testi delle canzoni di problemi ne pongono e parecchi… poi che sull’aspetto musicale potevo scrivere qualcosa di più ti do ragione.
      E quindi grazie per la tua attenta lettura.

Da lorenzo puliti