Deep Purple: Concerto for Group and Orchestra. Un ricordo di Jon Lord

D
Deep Purple: Concerto for Group and Orchestra. Jon Lord
Deep Purple: Concerto for Group and Orchestra. Un ricordo di Jon Lord

Da qualche tempo ormai sappiamo che ad aprile uscirà un nuovo disco dei Deep Purple, a ben otto anni dall’ultima uscita discografica. Negli ultimi giorni Ian Gillian ha rivelato a Classic Rock qualche retroscena in più sul nuovo disco, spiegando che il titolo non è ancora stato deciso e rivelando che fra i nuovi pezzi ce ne sarà uno (Above And Beyond) dedicato al compianto Jon Lord (scomparso a luglio).

Lord è stato il grande tastierista della band, fondatore del gruppo, nonché ideatore di uno dei primi bizzarri incroci stilistici della storia del rock: il Concerto for group and orchestra, un brano in 3 movimenti in cui orchestra sinfonica e rock band si uniscono per costruire un vero e proprio concerto in stile classico. Ritornare su questa singolare composizione mi pare un buon modo per ricordare un grande personaggio del rock.

Del concerto esistono due versioni:

La prima, eseguita e incisa il 24 settembre 1969 alla Royal Albert Hall con la Royal Philharmonic Orchestra diretta da Malcolm Arnold.

La seconda (con Steve Morse a sostituire Ritchie Blackmore) venne eseguita nel settembre del 1999 alla Royal Albert Hall con la London Symphony Orchestra, diretta da Paul Mann. Questa versione fu riscritta perché la partitura originale andò persa.

Delle due versioni preferisco la seconda, sia per una predilezione particolare che ho per Morse (ebbene sì, sono fra i pochi che lo preferisce a Blackmore), sia perché mi pare ci sia una migliore integrazione fra rock band e orchestra (richiamando l’esecuzione del 1969, Blackmore disse che non fu molto stimolante per lui suonare la chitarra mentre alcuni orchestrali si tappavano le orecchie!).

La struttura del Concerto for Group and Orchestra rispecchia in pieno quella tradizionale classica, con la scansione in tre movimenti, alternati secondo lo schema tempo veloce – tempo lento – tempo veloce, e con la contrapposizione di strumenti singoli (o piccoli insiemi strumentali) all’orchestra.

In questo caso non abbiamo un violino o un pianoforte a contrapporsi all’orchestra, ma una vera e propria rock band! Andiamo adesso a vedere i singoli movimenti:

Concerto for Group and Orchestra: Primo Movimento, Moderato – Allegro

Concepito da Lord come una vera e propria contrapposizione fra orchestra e rock band, si basa su un tema principale eseguito in apertura dal clarinetto e ripreso poi dagli altri strumenti dell’orchestra e dal gruppo stesso. Il tema e i motivi sono molto evocativi e ben orchestrati. In alcuni punti risente forse di eccessiva elaborazione, ma l’ispirazione c’è tutta. Qui sotto potete ascoltare gran parte del pezzo (mancano gli ultimi minuti).

Versione 1999

http://www.youtube.com/watch?v=27s0r_yLKY4

Concerto for Group and Orchestra: Secondo Movimento, Andante

L’Andante è costruito su due temi rimpallati fra orchestra e band. Il secondo viene poi trasformato in una vera e propria canzone, con tanto di intervento di Ian Gillian alla voce. La parte conclusiva è decisamente singolare, affidata a un quartetto d’archi (bellissima la cadenza d’organo che la precede).

Il movimento è forse il meglio riuscito: il tema è bellissimo, geniale è la sua trasformazione in canzone e avvolgente è l’introduzione orchestrale. Qui sotto il testo cantato da Gillian e l’ascolto in 2 parti.

Concerto for Group and Orchestra die Deep Purple.
Concerto for Group and Orchestra. Copertina della versione del 1969

How can I see when the light is gone out?
How can I hear when you speak so silently?
More than enough is never too much
Hold out a hand I’m so out of touch
Do unto me as your heart would have you do
Words in my head can I get the message through?
Sword in my hand can cut through the wood
Peace in my heart can soften the mood

What shall I do when they stand smiling at me?
Look at the floor and be oh, so cool
 Oh, so cool?
How shall I know when to start singing my song?
What shall I do if they all go wrong?
 What shall I do?
What shall I do when they stand laughing at me?
Walk through the door and be oh so cool?
How shall I know when to stop singing my song?
 What shall I do when it all goes wrong?

Versione 1999 (divisa in due parti)

Concerto for Group and Orchestra: Terzo Movimento, Vivace – Presto

Trombe a mo’ di fanfara aprono il terzo movimento, che inizia all’insegna della tensione per poi sfociare in un tema dal sapore “morriconiano”, introdotto dalla chitarra e ripreso dall’organo.

La tensione tuttavia resta la protagonista del brano, passando per i momenti solisti di Morse, Lord, Paice (che dialoga con i timpani e le percussioni in orchestra) e per una breve rielaborazione del tema del primo movimento.

L’orchestra e la band sembrano essere giunte alla fine di un percorso che le ha portate ad amalgamarsi. Il pezzo è forse il meno riuscito, anche se la prova di Morse alla chitarra è magistrale. Qui sotto potete vedere il video.

Versione 1999

http://www.youtube.com/watch?v=omvxVzEg4HY

Il fascino del Concerto for Group and Orchestra risiede soprattutto nella bellezza di alcune idee tematiche e nel rapporto fra rock band e orchestra, entità distinte che si differenziano e si fondono in modalità sempre nuove e mai banali.

Non si tratta di un tentativo di “classicizzare” il rock, sottoponendolo alle regole della tradizione colta, ma di una sovrapposizione e convivenza di linguaggi, stili e prassi compositive profondamente differenti.

Qui sotto potete ascoltare la versione integrale del 1969:

Versione 1969

© Riproduzione Riservata

About the author

lorenzo puliti

2 comments

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  • Effettivamente fu una strada che si esaurì abbastanza presto, anche se ti confesso che mi dispiace molto che non abbia avuto un seguito, sono sempre stato affascinato da queste commistioni classico-rock.
    Un caro augurio di buone feste anche a te!!!

  • Una vera reliquia di un tempo in cui il rock tentò di ergersi a nuova “musica da teatro”. Personalmente credo fu una strada senza uscita, ma riascoltarlo oggi è come viaggiare su una macchina del tempo!

    PS: Augurissimi!!

Da lorenzo puliti