“Com’era nuovo il nuovo mondo”: Seminario Internazionale

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George Gershwin
George Gershwin

Il 23 aprile 2010 si è tenuto presso il Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Firenze il Seminario Internazionale “Com’era nuovo il nuovo mondo”. Gli Stati Uniti d’America, la musica, la musicologia, il senso di una scoperta permanentea cura di Fiamma Nicolodi e Aloma Bardi, organizzato da ICAMus (The International Center for American Music) in collaborazione con la Scuola Dottorale di Storia dello Spettacolo.

Durante il Seminario si sono avvicendati professori, dottori di ricerca e laureandi che hanno proposto interventi sulla musica degli Stati Uniti d’America, di cui è stata data prova anche attraverso una serie di esecuzioni inedite e originali mai eseguite prima in Europa.

Fra i brani eseguiti si ricordano qui The social orchestra for flute and violin di Stephen Collins Foster, The dawning of music in Kentucky di Anthony Philip Heinrich, le Traditional Songs of the Zuñis trascritte e armonizzate da Carlos Troyer, quattro canzoni di George Gershwin nella versione originale di Broadway, e un arrangiamento inedito per pianoforte dello stesso Gershwin sul brano The Man I Love.

Fra le più belle versioni incise del classico di Gershwin va ricordata quella di Billie Holiday, che potete ascoltare nel video sotto.

Le esecuzioni, gli interventi e il vivo dibattito che hanno caratterizzato il Seminario hanno dimostrato chiaramente come la musica americana sia un mondo ancora del tutto nuovo, non solo da scoprire, ma anche da “ri-scoprire” in quanto spesso giudicato frettolosamente come imitativo dello stile europeo.

Per riscoprire la musica americana nella sua peculiarità non è inutile allora ricordare una frase di Italo Calvino, che ha ben rappresentato il senso di questo Seminario:

“Scoprire il Nuovo Mondo era un’impresa ben difficile, come tutti abbiamo imparato. Ma ancora più difficile, una volta scoperto il Nuovo Mondo, era vederlo, capire che era nuovo, tutto nuovo, diverso da tutto ciò che ci si era sempre aspettati di trovare come nuovo. E la domanda che viene naturale di farsi è: se un nuovo Nuovo Mondo venisse scoperto ora, lo sapremmo vedere? […] Come i primi esploratori dell’America non sapevano in che punto si sarebbe manifestata una smentita alle loro aspettative o una conferma di somiglianze risapute, così anche noi potremmo passare accanto a fenomeni mai visti senza rendercene conto, perché i nostri occhi e le nostre menti sono abituati a scegliere e a catalogare solo ciò che entra nelle classificazioni collaudate. Forse un Nuovo Mondo ci si apre tutti i giorni, e noi non lo vediamo”.

Per ulteriori informazioni sul Seminario clicca sul seguente link: “Com’era nuovo il Nuovo Mondo”. Gli Stati Uniti d’America, la musica, la musicologia, il senso di una scoperta permanente

Per la mia recensione del Seminario pubblicata su Drammaturgia.it vedi: Com’era nuovo il Nuovo Mondo. Resoconto del Seminario Internazionale

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lorenzo puliti

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