Privateering di Mark Knopfler: In mare in compagnia del capitano

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Privateering Mark Knopfler copertina

Privateering di Mark Knopfler è uscito lo scorso 3 settembre, un doppio album di 20 canzoni che è stato ben accolto dalla critica.

Una recensione del disco sarà pubblicata prossimamente, intanto in questo articolo vorrei concentrarmi sulla title song, Privateering appunto, uno dei brani più suggestivi del nuovo album.

La canzone era in realtà già ben conosciuta dai fan, visto che Knopfler l’aveva eseguita dal vivo (per chi volesse ascoltarla in versione live rimando al post Mark Knopfler: Privateering. Il nuovo disco in arrivo); in ogni caso il brano è uscito solo ora nella versione registrata in studio e la sua bellezza merita un approfondimento.

La canzone parla di corsari, pirati autorizzati dal governo britannico a razziare e a racimolare tesori. Protagonista del brano è il capitano della nave, che ci invita a salire a bordo e a unirci alla ciurma per intraprendere un viaggio affascinante:

Amo solcare l’oceano / e l’imponente mondo che lo circonda“.

In Privateering si incrociano diversi stili: è infatti un pezzo folk in tipico stile Knopfler, su cui si sentono però le influenze di tradizioni musicali piuttosto distanti fra loro, come il blues e la musica celtica.

Il blues, un genere che Knopfler nel nuovo album sembra amare più che mai, si sente soprattutto nel ruvido fraseggio di chitarra iniziale e nel mugolio della voce che raddoppia lo strumento quasi in stile di lamento. Ascolta Privateering intro

Viene in mente, fra i molti riferimenti possibili, Come on in my kitchen di Robert Johnson, interpretato splendidamente negli anni ’90 da un bluesman come Keb’ Mo’.

L’intermezzo strumentale che intervalla per due volte le strofe della canzone riporta a un’altra grande passione di Knopfler, la musica celtica, che altro non è che la musica della sua terra (l’ex leader dei Dire Straits è nato a Glasgow). Il sound basato sull’accostamento di violino e cornamusa trasforma il mugolio iniziale in un intermezzo pieno di carica “piratesca”, che porta ad immaginarsi la nave dei corsari che si inoltra in mare aperto. Ascolta Privateering Intermezzo

A condurre i corsari è in realtà lo stesso Knopfler, che in un’intervista ha così descritto la canzone:

Privateering è un invito a salire a bordo, se vi va. Sento che c’è una sorta di relazione con la mia vita, certamente riguardo al mio andare in tour. Davvero, mi entusiasma molto avere questo gruppo di persone che fanno questa musica. Mi piace esserne al comando, mi piace la band, mi piace il mio equipaggio“.

C’è quindi un parallelo chiaro fra la vita on the road di Knopfler (ben esemplificata dal furgone della copertina del disco) e la vita dei corsari che si avventurano in un viaggio ben più pericoloso, ma suggestivo per le infinite possibilità che suggerisce:

Fare un po’ di razzia / e ascoltare il suono del cannone / giacere con belle donne / gustare vino Madeira / ascoltare il rombo delle onde / su una spiaggia che non è la mia […] Amo le strade e le taverne / di un’accogliente città straniera / e levarmi il cappello davanti a belle signore dagli occhi scuri“.

Il viaggio attraverso l’oceano suggerisce quindi una serie di immagini che si succedono l’una dopo l’altra, e “Capitan Knopfler” è lì che pregusta un’avventura che non vuole intraprendere da solo:

La vostra gente a cavallo / è trattata peggio della feccia / ma io non sono un capitano fustigatore / e per Dio! Mi sono imbarcato insieme a qualcuno“.

La parte più suggestiva della canzone è nel finale di strofa, quando la bellissima melodia cantata da Knopfler si innalza per un solo istante (“To lay with pretty women / to drink Maider wine“) per poi tornare al sussurro (“To hear the rollers thunder / on a shore that isn’t mine“). In questo breve momento possiamo quasi presentire le infinite possibilità che l’oceano suscita nell’uomo, come esortazione all’avventura e realizzazione del proprio desiderio infinito. Ascolta Privateering finale strofa

Con Mark Knopfler spesso accade così: le parole si limitano a descrivere, a raccontare o a rendere il carattere di un personaggio, ma è la musica che dà la vera profondità alle immagini proposte dal testo, rendendo quasi palpabile la grandezza del desiderio che vi sta dietro. Un desiderio che è ben di più dell’elenco delle cose che il nostro capitano si immagina prima di intraprendere il suo viaggio. Ascoltare per credere!

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http://www.youtube.com/watch?v=VM2IELQilSQ

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lorenzo puliti

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